Estate : ho tempo per me, ho tempo per te


ESTATE: HO TEMPO…


Più che un’esigenza, sembra ormai diventata una moda. In alcuni quartieri delle nostre città è d’obbligo andare a 30 chilometri all’ora. Oasi di pace, di silenzio, di tranquillità dove il rombo dei motori è quasi inesistente.

Una meraviglia. Mamme che passeggiano con i bambini, anziani che possono attraversare la strada senza troppi problemi, clacson che tacciono, ciclisti che non vengono guardati male dagli automobilisti costretti al ritmo dei pedali…

Appena si varca la soglia di “Tempo 30” sembra di entrare in un’altra dimensione dove tutto pare muoversi a rallentatore. Un po’ come in un film. Fuori da queste zone protette, lo sappiamo tutti, la vita corre a un’altra velocità, impedendoci di osservare, di gustare, di interiorizzare l’esistenza.

Si corre, si corre e si corre ancora e ogni cosa, ogni esperienza sembra già vecchia non appena la si è guardata, toccata, comprata, magari senza neanche avere avuto il tempo di averla vissuta. Corriamo sul lavoro dove viene premiato chi produce di più in meno tempo, corriamo sulle autostrade, sulle ferrovie dove vince chi va più veloce, corrono le tecnologie multifunzionali con collegamenti planetari in tempo reale, corrono le chiese e le parrocchie programmando a cascata attività, incontri, riunioni… Si corre anche nei bar, nei ristoranti, nei negozi, al parco giochi e in ospedale...

Anche le nostre piazze con gli eleganti tavolini dei caffè all’aperto si sono adeguate al ritmo della corsa cedendo il posto a panche e bidoni per i nuovi ristoranti stile “cibo veloce” (chiamati in inglese “fast-food”).

Ma perché si corre? Per risparmiare tempo! Perché se si ha più tempo si fanno più cose. E se si fanno più cose si dovrebbe essere più contenti. E invece si è solo più stanchi, nervosi e stressati. Corrono tutti e questa accelerazione globale della vita assomiglia ad una maratona senza fine che regala solo frustrazione e disorientamento.

Più che un correre, sembra un desiderio di fuggire lontano. E chi fugge o scappa non ha tempo di fermarsi per respirare, per contemplare, per godere, per costruire…

Più che alle zone di certe città, “Tempo 30” sarebbe da estendere alle nostre vite per riportarle ad accorgersi della bellezza dei ricami e delle cesellature che ci regala ogni giornata. Abbiamo bisogno di andare più lenti, per essere più consapevoli del dono che viviamo ogni momento, per recuperare il valore dell’essenzialità delle cose e ridare dignità e fiato ai nostri rapporti umani. Gesù ci ha insegnato a mettere sempre al primo posto la persona umana e non le cose, le leggi, le strutture… Ci ha insegnato a considerare l’altro come essere umano, a dargli valore, a celebrare la sua presenza dedicandogli tempo.

E’ uno stile diverso di relazionarci tra di noi che ci fa star bene, perché dà ali alla nostalgia di condivisione e di fratellanza che tutti ci portiamo dentro, ma che però facilmente dimentichiamo e perdiamo per strada.


E allora, proviamo a ripartire dal celebrare il valore della presenza dell’altro, essendo un po’ più lenti e consapevoli di quello che viviamo, dedicando più spazio alla condivisione e ai nostri rapporti personali senza farci ingabbiare da strutture, schemi, programmazioni, sedute e protocolli…

Proviamo a fermare le lancette dei nostri orologi e anche… quelle del campanile! Proviamo a dimenticare la fretta, la corsa frenetica, l’arrivare sempre col fiato corto.

Proviamo ad affermare finalmente che il tempo ci appartiene e non viceversa.

Proviamo a mettere il cartello “Tempo 30”  anche sulle porte delle nostre chiese (almeno d'estate...!) per riscoprire il segreto del tempo sacro di Dio e per ribadire con convinzione a noi stessi e chi ci sta accanto: ho tempo per me, ho tempo per te ...


E non solo perché è estate...!