Giubileo per gli operatori pastorali delle Missioni


  " Un giubileo per gli operatori pastorali, per le missioni e per le chiese in Europa:
convertirsi per testimoniare".
 
 
Relazione biblica di Giorgio Giordani, biblista del seminario di Gorizia.

(appunti della conversazione non corretti dal relatore)

Un relazione che è una riflessione per scoprire gli orizzonti nella Bibbia che ci permettono di non tradire la verità.
E' come inforcare gli occhiali buoni per scoprire e leggere e poter interpretare bene la realtà che si vive.
Partiamo dalla Bibbia perché sono gli occhiali che ci vengono dati e che sono necessari per leggere la verità e la storia.

Tre sono i punti di riferimento per questa lettura della realtà:
A. La Bibbia che ci parla del Giubileo. L'anno di misericordia che si aprirà fra poco tempo e per il quale c'è già un gran movimento. Il giubileo non tanto come data, ma come una prospettiva, un avvenimento. I riferimenti biblici: Levitico 25; Isaia 61 e Luca 4

B. La realtà geo-politica dell'Europa. Quanto sta vivendo la cultura europea. Come leggere questa cultura europea nell'orizzonte di un giubileo, anno di grazia.

C. I momenti di novità. Capire quali grandi valori da recuperare e riscoprire in vista del progetto pastorale per la Chiesa.

A. Il giubileo nel riferimento biblico

Levitico 25,8-17.23
"Giubileo" è un termine "radicale". E' il conto di 7, 7 volte 7 anni. E' l'anno sabbatico. E' riferito nell'atto creativo di Dio dove Dio riposa al termine dell'atto creatore.
Il riferimento del sabato in genesi cap.1.
Ogni cosa, ogni realtà creata sia uomo, donna, animale od altro fa esclamare Dio: "Quanto è bello!".
Una realtà che nasce da Dio: "Dio disse e fu creato", "Dio vide e disse: è cosa bella". Alcune traduzioni mettono "buona", ma è meglio e più fedele "bello" perché è un mistero che va colto e ammirato. Il 7° giorno tutto viene colto e ammirato nel riposo. E tutto termina in Dio che benedice e dona dignità ad ogni cosa. E' qualcosa di profondamente positivo che ci dice che nella realtà il male non c'è, c'è tutto il mistero di Dio. In Dio ogni cosa trova il suo compiersi, perché vi recupero il progetto di Dio, e recuperando questo DNA ogni cosa ritrova la sua dignità.
Il pensiero biblico ci fa capire che "creazione", "redenzione", "giudizio finale" sono la stessa realtà.
E' la profonda realtà della liberazione, il recupero della dignità originale, la dignità personale di chi è figlio ed erede.
Così la terra, ritorna ad essere "dono di tutti". E' la giustizia sociale dove la terra è dono per tutti.
Il grande significato della Conversione: ritorno a Dio. Giubileo, perché 49 anni si dimenticano per recuperare la dignità originaria.
Tutto è provocato dalla liberazione di Dio che non è un progetto ideologico ma un atteggiamento teologico, di fede che sa accogliere l'azione salvifica di Dio.
Anno giubilare come fede nell'azione di Dio padre che realizza la salvezza del mondo (non solo dell'anima).
Levitico 25,23 ci ricorda una prospettiva profonda: "la terra non si può vendere per sempre perché è mia" dice il Signore.
Sulla terra, legati alla terra si vive la giustizia di Dio. Dove non c'è giustizia sociale, dove non c'è dignità, la fede non c'è, l'azione di Dio non è riconosciuta. L'anno giubilare è "chiamato santo". E' l'atteggiamento di fede che fa riconoscere la santità in ogni cosa. Ogni realtà ha la sua dignità, perfino la morte. Perché proprio sulla croce e nella morte di Cristo, la salvezza di Dio scoppia al massimo del dono.
Isaia 61 "Lo Spirito è su di me".
Lo Spirito Santo è segno dell'atto creativo di Dio: "Ruah", vocabolo al femminile, è la madre generatrice, è l'azione nuova creatrice di Dio.
Il messianismo, come grande alone di "attesa", è l'accoglienza dell'azione materna perenne di Dio nel mondo. La salvezza è un dono e diviene certezza dell'azione materna di Dio.
"..mi ha unto": ungere come abilitare a... rendere efficace per una missione
"..annunziare il lieto annunzio al misero", una bellezza scoperta che fa lieti e che libera.
"..a fasciare i cuori feriti"
".. a liberare gli schiavi oppressi", "scarcerare i prigionieri"... "a proclamare l'anno di misericordia".
"Un giorno di vendetta", cioè l'anno di misericordia perché si compie il giudizio di Dio su tutta la realtà. E' il giudizio escatologico, è la verità definitiva su tutta la realtà.
Interessante il confronto con Luca 4,16-30 dove lo stesso passaggio di Isaia Gesù lo riferisce a sé nella sinagoga di Nazareth.
Le novità che vi si trovano: "i ciechi recuperano la vista". Il vedere che ci ricollega al mistero della bellezza da scoprire e contemplare. Dove non c'è la maledizione, perché Dio disse: "è bello!".
In Luca non c'è più l'anno di vendetta, perché non c'è più l'attesa che mette nel futuro l'avvenimento, perché "oggi si è compiuta l'opera di Dio". L'opera di Dio coincide ormai con la storia.
"promulgare l'anno santo". E' celebrare la santità di Dio, che è convertirsi volgersi alla santità che è Dio stesso.
Significa accogliere 3 valori, avere tre atteggiamenti.
- celebrare l'anno e la santità di Dio. La santità è la forza creativa positiva che è presente in ogni realtà.
- dimenticare cancellando 49 anni, recuperando la novità della creazione. Il riposo per contemplare e ammirare l'azione di Dio e esclamare. "tutto questo è bello!".
- La tradizione del giubileo. Non come pesantezza del passato, non come richiamo dei 49 anni passati, ma è il rivenire al progetto originario. E' vivere il sabato iniziale dell'atto creatore di Dio e viverlo al quadrato, all'ennesima potenza.

B. L'Europa e la sua cultura in riferimento al giubileo.

Si tratta di analizzare il linguaggio e la cultura europea sul giubileo. E' interessante capire a quale messia e a quali messianismi il cristianesimo europeo ha richiamato la gente. Parliamo del cristianesimo storico e culturale non certo della "buona novella" del "vangelo" che tutt'altro.
Questi i messianismi richiamati e puntualmente frustrati.

1. La pace. Un continuo parlare di questo messianismo che è stato profondamente tradito. Il secolo europeo è iniziato con una grande guerra e sta finendo con la guerra. A metà secolo ancora una terribile guerra mondiale (europea). C'è un tradimento dell'anno di grazie e di misericordia.

2. L'industria. E' il messianismo e la lusinga dell'industria. Il mito dell'uomo-faber, l'uomo strumento della macchina. La macchina è diventata dio. Si celebra l'industria. Si riposa per il lavoro. Tutto ruota attorno all'industria, questo messianismo-mito tradito, sopportato e supportato.

3. Il messianismo-mito dell'economia. E' la borsa, il nuovo dio che va su e giù e ci indica il ritmo del messianismo. Ogni ora il ritornello del culto del messianismo economico con i listini della borsa. L'economia è anonimato, è il puro rendimento.

4. Il messianismo-mito della Politica, partiti, ideologia. E' il mostro della politica e della democrazia dove ogni progetto messianico è deciso dal 51% contro il 49% e con quale giustizia?

L'uomo è ridotto a strumento e surclassato dalla propaganda, dal profitto, dalla produzione.
Forse i giovani ci stanno dicendo che per questi messianismi non ne vale la pena spendere energie. Ne sono il risultato perché tutti livellati, omologati ma con una gran voglia di "essere", disposti per un progetto con contenuto, non per il "nulla".

E la religione?
Ha spesso insistito su "messianismi" vuoti
- la legge come salvezza?
- il rito come salvezza?
- il seguire ma senza chiedersi e senza consapevolezza?
- conta l'appartenenza più della liberazione?
- è valsa più la motivazione di vita o l'imposizione?
Quale presenza nella cultura e nella prassi di vita dell'oggi?
Il fatto religioso ha subito una forte emarginazione, non siamo più né credibili né significativi per il mondo di oggi. Eppure l'azione creatrice di Dio è nel mondo. Come e quando la scopriremo?
Si parla più di appartenenza che di azione salvifica di Dio già all'opera. Abbiamo assunto gli stessi criteri dei messianismi attuali con il risultato di diventare chiese-aziende, oppure chiese-sette.
Le comunità le consideriamo piuttosto per ciò che producono e non tanto per le motivazioni di vita che le ispirano e le costituiscono.

C. I momenti di novità. Quali valori positivi recuperare per il progetto pastorale.

1. Significa scoprire il progetto di Dio in una dimensione decisamente più ottimista. L'uomo è creato "a immagine di Dio". Questo ci sconsiglia di avere una antropologia dove il peccato sia più forte della grazia.
E' scoprire la grandezza dell'uomo. E' accogliere sullo stesso piano la creazione e la redenzione, perché sono i contenuti dello stesso atto creatore di Dio.
Geremia 31,31-34 ci ricorda che il dono dello spirito apre una realtà di liberazione straordinaria e immensa ".. non avranno più bisogno di istruirsi, perché tutti sapranno". Si parte dalla visione che tutto quanto esiste è "santo", appartiene a Dio, non è "peccato" cioè contro Dio o estraneo a Dio. Solo la "legge" definisce ciò che è buono e cattivo, ma, ci ricorda san Paolo, la legge uccide non dà vita. E".. se a causa del peccato... la grazia ancor più..." (Rom.5).
Ogni persona, ogni realtà è "sacramento" che ci parla di Dio e del suo atto creatore. Ognuno è sacramento, occasione e strumento del dialogo di Dio. Il dialogo stesso è sacramento dell'alleanza, è ascolto limpido, libero di Dio (Gal.4).

2. Cristo crocifisso, potenza di coloro che si salvano. (Cor.1)
E demitizzare la sapienza umana autosufficiente. E' demitizzare il miracolo come guarigione dove Dio c'è. (legato a luoghi e situazioni... e dove dio non c'è?... visione di paura e antidoti... potere sulla paura..)
Cristo crocifisso è il mistero della vita eterna. La dynamis di Dio è sulla croce: il luogo dove la vita eterna di Dio si scopre, si manifesta, viene donata. Non è questione di potere, qualcosa che si controlla e che serve perché si ha paura, ma è una questione di fede, di liberazione gratuita. La vita eterna è in ogni situazione Il potere genera paura e lotta-guerra, il potere ha bisogno del 51 per fare il "bene". La croce è 0%, la croce è contropotere, è dynamis di Dio.

3. Obbedienza.
E' la decisione fondamentale di disponibilità all'azione creatrice di Dio. Obbedire al dono di Dio, questa è la fede. Obbedienza come accoglienza fiduciosa alla dynamis di una croce.
Educarsi alla preghiera come affidamento all'azione Spirituale di Dio.
Quando non si obbedisce a Dio si obbedisce ad un potere.
L'obbedienza conduce alla libertà che diventa la capacità di gestire l'eredità di Dio. Allora non fa più paura niente. i riacquista la capacità di realizzazione. Si apprezza l'autodeterminazione. Si cammina con una responsabilità recuperata.
L'obbedienza a Dio si trasforma in testimonianza di quello che sono e divento impegnato, competente nella professione che svolgo, professionale per compiere al meglio l'atto "traduttore" della creazione di Dio. E lo faccio con motivazione, passione e soddisfazione. Divento persona che attraverso il suo lavoro ed il suo modo di essere parlo dell'atto creatore di Dio padre che in questa realtà, in questo mondo fa esplodere continuamente la sua Dynamis.
Ed è una vitalità enorme ritrovata.

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