Alterità e cristiani


Alterità e cristiani


Il tema dell’alterità risulta centrale nell’attuale dibattito filosofico ed esprime pienamente le ricchezze e le con- traddizioni del pensiero contemporaneo, in bilico costante tra bisogno di apertura e paura nei confronti dell’altro. Lo ha ben compreso Gennaro Cicchese, il quale, nel suo recente, denso saggio “I percorsi dell’altro”(Città Nuova), propone un’ampia e approfondita disamina del concetto di alterità, a partire da un fecondo tentativo di determinare lo “status” dell’alterità nella cultura contemporanea, che viene sviluppato nella prima parte.


Il segmento centrale dello scritto di Cicchese è occupato da un’ampia ricostruzione della storia del concetto di alterità dall’antichità fino ai nostri giorni, ottenuta facendo riferimento ad alcuni maggiori pensatori che, nel corso dei secoli, si sono occupati di questo argomento. La terza e conclusiva sezione del volume è dedicata a una riformulazione del concetto di alterità in chiave eterocentrica e personalistica.


I grandi interrogativi che stanno all’origine dell’indagine di Cicchese sono tra i più vivamente presenti alla coscienza dell’uomo e della cultura di oggi: chi è l’altro? Perché l’eclissi dell’idea cristiana di prossimo nella Modernità? Perché anche tu (altro), e non soltanto io? Dinanzi a tali interrogativi, l’autore si è posto una meta, come si legge nell’introduzione: “L’obiettivo è di chiarire l’idea di alterità e approfondire i rapporti con l’altro uomo. Un’intuizione molto semplice ha guidato la nostra indagine: è inconcepibile l’esistenza di qualche cosa che non è in relazione. Ciò s’applica in maniera particolare all’uomo. In prospettiva ontologica e antropologica, infatti, non esiste un concetto d’alterità disgiunto dall’uomo. L’essere uomo, nella sua più radicale accezione, è essere in relazione col Dio personale (alterità fondamentale), ma anche con altro da sé (“aliud”) e altra persona (“alius”), rimanendo se stesso (“ipse”). L’uomo è, infatti, una “struttura relazionale aperta”“. Ma, infine, può esservi soluzione positiva alla questione dell’alterità? Cicchese risponde affermativamente: “Dall’indagine è emerso che il pensiero cristiano pone, in maniera nuova e originale, il problema dell’altro. Ci pare che tale pensiero segni un punto di non ritorno, un momento insuperato dell’antropologia.


Probabilmente solo nella linea della persona e della prossimità si può dare una risposta definitiva al problema dell’alterità. Una corretta impostazione del tema dell’alterità esige. la solidarietà tra gli uomini e la comunione tra i popoli. Tuttavia per entrare nella vita di ciascun prossimo bisognerà passare attraverso colui che è prossimo a tutti e più prossimo a ciascuno di loro: Cristo Gesù” (
Maurizio Schoepflin, “Avvenire”, 13 maggio 1999).