Discriminazione


 

Discriminazione


Per quanto riguarda i problemi di ordine psicologico, si richiede da parte dei cristiani un intenso lavoro comune, perché in unità di sforzi siano superati tutti i pregiudizi e tutte le discriminazioni di tipo nazionalistico, razziale e religioso, instaurando più leali e migliori rapporti, in un vero sentimento di fraternità tra i popoli


Le migrazioni, dal duplice punto di vista degli uomini che lasciano la patria, come di quelli che ricevono in patria gli stranieri, comportano sempre una nuova forma di convivenza con persone prima sconosciute. È proprio da qui che ha inizio il compito dei laici: quello di accogliere i migranti come fratelli e riconoscerli, non come “semplici strumenti di produzione”, ma come esseri dotati di umana dignità e costruttori di una più ampia convivenza umana. Alle migrazioni sono inoltre collegati altri problemi, ossia quelli della casa, del lavoro, della sicurezza sociale e quelli che derivano dalla diversità di razza, di lingua, di civiltà. Perciò i laici devono far in modo che essi siano risolti secondo le esigenze della carità ed insieme della giustizia ed equità. affinché, mentre progredisce l’economia in rapporto alla mobilità dei popoli, non “diventi incerta e precaria la vita dei singoli uomini e delle loro famiglie”. Ai laici spetta ancora adoperarsi perché questi diritti, per quanto riguarda specialmente l’unità della famiglia,91 siano riconosciuti e tutelati anche nella legislazione civile, e ogni discriminazione in questo campo venga accuratamente eliminata (Istruzione della Sacra Congregazione per i Vescovi De pastorali migratorum cura, 22.8.1969, in Enchiridion della Chiesa per le migrazioni, nn. 495 e 551).