Etnie condivise o purità etnica?


 

Etnie condivise o purità etnica?


Mentre entriamo nel terzo millennio, sono convinto che la cosa più importante che noi cristiani dobbiamo offrire alla famiglia umana sia un nuovo modello di esistenza umana. Oggi le tensioni razziali, etniche e religiose stanno lacerando gran parte del mondo. Gruppi etnico-religiosi stanno rivendicando diritti esclusivi su un dato territorio e intraprendendo varie forme di pulizia etnica. L’escalation di queste tensioni, unità a nuove armi belliche, porterà alla distruzione definitiva dell’umanità? Certo potrebbe succedere, se non troviamo un nuovo modo di vivere insieme come famiglia umana, al di là dei naturali confini razziali, etnici e religiosi, che ci hanno diviso e che oggi ci stanno distruggendo.


La conquista ispano-cattolica dell’America Latina fu crudele e disastrosa sotto molto aspetti, eppure produsse un risultato a lungo termine molto positivo: il mescolarsi biologico e spirituale di amerindi, europei e africani, così da produrre un nuovo popolo, i meticci dell’America Latina. Questa mescolanza fu legittimata e resa sacra attraverso il viso e il cuore meticcio di nostra Signora di Guadalupe, conosciuta oggi come «la madre dell’America».


L’attuale popolo meticcio è in continuità con il passato, ma sotto molti aspetti è un popolo completamente nuovo, nel cui corpo e anima le barriere di separazione sono dissolte. Le culture d’origine, in precedenza divise e antagoniste, lungi dallo scomparire, assumono una nuova vita nella persona del meticcio che rappresenta il risultato della loro unione.


In essi le precedenti animosità gradualmente scompaiono, soprattutto nelle generazioni successive.


Oggi, proprio questo fenomeno, che distrugge le barriere di separazione attraverso matrimoni misti, sta ricreando l’immagine profonda degli Stati Uniti. Non sono più un paese di protestanti anglosassoni bianchi, ma stanno rapidamente diventando una nazione di vari colori, etnie e religioni che si fondono in diversi gradi e differenti modi: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, in politica, negli sport, negli eventi sociali e nelle chiese.


Mentre questo tipo di mescolanza è tuttora temuto e aborrito in molte parti del mondo, sono convinto che questo sia l’unico modo di garantire la sopravvivenza dell’umanità. Il vecchio concetto di identità tribali, nazionali, religiose, che serve a dividerci e separarci gli uni dagli altri, non è in grado nel mondo d’oggi di edificare una civiltà di pace e di armonia.


I cristiani possono e devono ricoprire un ruolo guida nell’introdurre una valutazione positiva della realtà meticcia come forma di speranza per il futuro. Come cristiani crediamo nella fondamentale uguaglianza di tutti gli esseri umani, dato che siamo tutti una sola razza umana, tutti discendenti di Adamo ed Eva e quindi tutti di pari dignità, valore e importanza. Le divisioni, gli odi e le guerre sono il risultato del peccato. Noi crediamo che Cristo sia morto per tutti gli uomini, non solo per noi cristiani. Egli ha dato la sua vita perché tutti possano essere uno. Ci ha dato il comandamento «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato». Come cristiani dovremmo assumere la guida nell’abbattere le barriere della separazione e nel diventare una testimonianza viva che davvero e possibile e meraviglioso un nuovo tipo di unità umana, che permetta alla gente di amarsi reciprocamente al livello più profondo e più personale: il legame coniugale.


Questo tipo di unione non solo è possibile, ma arricchisce sia il livello biologico che quello spirituale. L’ho sperimentato su me stesso e sulla mia gente, gli americani messicani degli Stati Uniti. Noi siamo meticci messicani (un misto di europei e amerindi) e americani (anglosassoni). In questo modo condividiamo la ricchezza e l’originalità di entrambi. Nella mia parrocchia di santa Rosa da Lima a San Antonio, in Texas, una parrocchia molto grande e vivace, sempre più la nostra assemblea è composta da bambini di affascinanti mescolanze, del tipo nigeriane-irlandesi-americane, polacche-filippine-americane, messicane-italiane-americane, tedesche-nicaraguensi-americane e molte altre esaltanti combinazioni.


Il maggior contributo che noi cristiani possiamo dare oggi alla famiglia umana non è di cercare di far diventare tutti cristiani, ma di offrire una testimonianza viva che davvero è possibile un nuovo tipo di unità umana che oltrepassi i vecchi e consolidati modi di separazione. Un tipo di unità che possa rispettare, aver cura e amare «1’altro» a prescindere dalla razza, dall’etnia, dal colore e dal credo, e che possa accettare come una delle conseguenze di questo amore il fatto che i bambini, crescendo, avranno relazioni amorose al di là dei soliti confini di un gruppo definito. Questo è il frutto definitivo di un amore veramente universale e universalizzante.


Il più grande servizio che i cristiani possono offrire al mondo d’oggi è proporre alternative che promuovano la vita, in opposizione ai modelli mondiali di identità etnica, di separazione e di divisione. Secondo me questa è la chiave per un futuro di pace e per la sopravvivenza dell’umanità.


È un sogno impossibile e ingenuo? Non completamente. In molte parrocchie cattoliche americane questo è già iniziato e sta iniziando, come esempio sperimentale di nuova umanità per il prossimo millennio (Virgilio Elizondo).