Eucaristia: comunione e condivisione


 

Eucaristia: comunione e condivisione

Ieri sera stavo amministrando l’eucaristia, durante la messa solenne, quando si è presentato un papà con la figlioletta in braccio. “Il Corpo di Cristo”. “Amen”. E gli ho dato la comunione. La bambina allora si è rivolta al padre e gli ha chiesto: “È buona?”.


Sono rimasto letteralmente bruciato da quell’interrogativo… Quella domanda mi è sembrata così splendida … Ciò che rende credibili sulle nostre labbra di annunciatori la trasmissione del messaggio di Gesù è soltanto l’esperienza che noi per primi facciamo della sua verità. Una verità che non passa, se chi la trasmette non ne pregusta un assaggio e non se ne nutre in abbondanza. La domanda di quella bambina, perciò, ci stringe d’assedio, perché chiama in causa non tanto il nostro sapere religioso, quanto lo spessore del nostro vissuto concreto.


È buona?”. Perché, se la mensa di cui tu parli ti ritempra le forze, desidero sedermi anch’io alla tua tavola. Spezzane un po’ anche per me di quel pane che tu gusti avidamente. Fammi bere alla stessa brocca, se è vero che quell’acqua toglie la sete e ti placa l’arsura dell’anima. “È buona?” … Fa’ assaporare pure a me queste delizie del palato e non escludermi da condivisioni di così squisita bontà … avrei voluto dirle: “Sì che è buona l’eucaristia. Così come è buona la sua Parola. Così come è buona la sua amicizia. Così come è buona la sua croce. Te lo dico io che non posso più resistere senza quell’ostia. Che non so più fare a meno della sua Parola di vita eterna”.


Ora, se l’Eucaristia è comunione, anche la Chiesa deve essere comunione, anzi fioritura di comunione, compimento di comunione, pienezza di comunione (Mons. Tonino Bello).