Nuove generazioni


Se avessi una sola moneta da spendere per entrare nel nuovo millennio, la spenderei per i giovani. Le nuove generazioni sono il bene più prezioso sul quale investire per il futuro. 

Nei sedici anni di vita dell’Arsenale della Pace - la sede del Sermig a Torino, casa di spiritualità e di accoglienza - di ragazzi ne sono passati migliaia, per settimane di condivisione di lavoro e di vita comune, per in­contri personali, dibattiti, per volontariato. Le angosce, le profonde aspirazioni, le esigenze, i desideri che li abitano, lentamente si sono trasformati in sogni che abbiamo accolto e a cui cerchiamo di dare voce.I sogni hanno un futuro solo se sono accolti con amore. Il nostro sogno è trovare giovani che non abbiano paura di dire sì a un ideale, diventando indomabili costruttori di pace e di speranza e con questi giovani invertire la rotta. 

Sento che è possibile. Sperimentiamo ogni giorno sulla nostra pelle che l’impossibile è possibile se ragazze e ragazzi si lasciano fortemente abitare da Dio.Certo ci vuole una rivoluzione nel nostro modo di pensare, un forte cambiamento culturale, filosofico, morale. Occorre l’umiltà di ammettere che abbiamo proposto ai giovani modelli di vita sbagliati; offrendo loro tutto, anche il superfluo e 1’effimero, li abbiamo illusi di essere al centro di ogni nostra attenzione. 

E non è proprio così, dal momento che nel mondo mancano ai giovani dalle più elementari possibilità di sopravvivenza allo sbocco lavorativo, fino al significato stesso del proprio esistere. Non è proprio così, se molti giovani, troppi, sono schiavi di dipendenze assurde, sono disoccupati, delusi, amareggiati, vittime di violenze e di sfruttamenti. Spesso vivono senza speranza per il futuro o addirittura scelgono strade di morte.Gran parte degli adulti continua la sua vita in un’indifferenza colpevole, senza accorgersi che la frattura fra le generazioni è la sventura del mondo e che solo una sua ricomposizione darà un futuro alla terra e ai giovani. 

È difficile, ma è tempo di ridisegnare il mondo partendo dai giovani. Solo l’amore può sostenere una rivoluzione globale del modo di pensare: una rivoluzione filosofica, quindi anche morale e culturale, che si concretizzi in riforme del sistema economico, politico, sociale. 

Solo l’amore può spingere filosofi, politici, uomini e donne di cultura ad ammettere con coraggio di avere sbagliato o di non aver fatto abbastanza.C’è un pensiero dominante che da noi è passato ai giovani e ne ha condizionato le scelte: «libertà è fare quello che voglio», «rendo conto solo a me stesso», «non devo preoccuparmi di nessun altro».Questa convinzione, frutto di una cultura superficiale, amplificata acriticamente dai media, ha portato molti giovani a pensare che si possa vivere senza principi, senza purezza, senza mitezza, senza onestà. Quanti giovani vivono solo una notte alla settimana: il sabato sera. 

È compito nostro invece affermare e mostrare coi fatti che non c’è libertà senza responsabilità, senza rispetto reciproco, senza fatica. La libertà è un valore, è un bene di tutti e per tutti. Si costruisce con la pace, il lavoro, la solidarietà. Dalla libertà discendono i valori che rendono la vita degna di essere vissuta.In un tempo in cui non si conosce più il significato della parola «dovere» o lo si vuole deliberatamente ignorare, è necessario ribadire con forza la responsabilità di ognuno nello svolgere il proprio lavoro. Anche i giovani devono sapere che si cresce solo nell’impegno. 

Questa è la chiave per ogni cambiamento.Il nostro sogno parte dalla fatica quotidiana di lavorare per la vita dei giovani, cercando di dare loro speranza e desiderio di vivere, volontà di essere protagonisti, di riprendersi in mano il presente e il futuro proprio e di tutti, di pretendere che la politica torni a essere servizio per loro, con loro e per tutto il paese. Il sogno prosegue con la speranza che nasca nei giovani il forte desiderio di diventare loro stessi maestri, di rileggere la storia e trarne insegnamento.Con quest’ottica molti giovani possono diventare loro stessi maestri-testimoni per altri giovani. 

A chi dice: «droga libera», diranno no e sogneranno la vera libertà dalle dipendenze; «sesso libero», diranno no e sogneranno l’amore; «pensa ai fatti tuoi, a divertirti», diranno no e sogneranno di costruire un futuro pieno di dignità per tutti; «la vita è uno schifo», diranno che la vita è un dono e la loro risposta sarà donarla.Agli occhi dei giovani è credibile solo chi vive le parole che pronuncia: parlano solo i fatti, gli atteggiamenti. Le parole buone testimoniate da fatti buoni. 

Perché tornino a credere in noi, noi adulti dobbiamo tutti, comprese autorità religiose e civili, entrare in un profondo esame di coscienza sul nostro essere falsi maestri per i giovani. Questo gesto ci renderà credibili e potremo chiedere ai giovani, con ancora maggiore convinzione, di lottare per ottenere ciò che desiderano, di combattere senza violenza ma con determinazione e coraggio per un domani migliore.Questo secolo è stato uno dei più feroci dell’umanità, il «secolo di Caino»: le sue atrocità sono ancora stampate (Ernesto Olivero, Le nuove generazioni).