Servire


La nostra preghiera, Signore, è fare insieme memoria, davanti a Te, di ciò che ci unisce tra di noi.Ed è rivivere il tuo ultimo gesto, il più umile e importante: quello di servire. 

Ricordare tra di noi le tue ultime parole: “A voi ho dato l’esempio, perché facciate lo stesso...”Lavare i piedi ai migranti, a gente che cammina. 

Tristezza di un testamento che ci hai lasciato, ma anche gioia del tuo messaggio più grande. In fondo, il nostro cuore non bruciava, allora, mentre Tu ci parlavi? E ci chiamavi ad accompagnare uomini che hanno perduto la propria terra? Servire popoli, che camminano con Te per farsi umani, è diventata l’anima stessa della missione a noi affidata.Servire è dare la vita.A contatto con uomini e culture differenti, incontrando i loro differenti valori, servire è far vivere il rispetto dell’altro. 

Nella sua povertà di camminare in mezzo a noi, a piedi nudi.Servire è far posto all’altro. O far comprendere il posto e la dignità che possiede colui che arriva, per ultimo. Nel movimento di donne e di uomini che emigrano, non è questo l’annuncio di una Buona Novella?Servire è lavarci i piedi gli uni agli altri. Perché ognuno può fare la sua strada, ma tutti sono chiamati ad incontrarsi.

Ed è questo, Signore, che ci fa discepoli in nome Tuo. “Tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito, per essere un solo corpo, ricevendo ciascuno il dono di manifestare lo Spirito di Dio. Per il bene di tutti”.Saremo al servizio della Tua Parola ai migranti. 

E questa nasce dal nostro silenzio, dal lungo, faticoso cammino con loro. Brezza leggera o vento possente è Parola che salva. E ci spinge al di là delle nostre debolezze verso una libertà a noi ancora sconosciuta. Invito, così, ad uscire dalle nostre terre di Egitto. 

A relativizzare gli idoli, che di continuo rinascono fra noi: la nostra terra, la nostra origine. O la nostra stessa identità.Saremo al servizio del tuo Amore. Dell’amore per l’uomo, che Tu stesso ci hai insegnato. Perché, sradicato dalla sua terra, l’uomo è diventato per noi più importante del sabato, del denaro, del tempo, del nostro stesso avvenire.Siamo, così, servitori del tuo Regno, servitori preziosi e inutili, al tempo stesso. 

Ma quanto felici saranno quei servitori che il Maestro troverà vigilanti! Nell’attesa, allora, del Tuo ritorno, Signore, teniamo viva la Tua presenza tra gli uomini. Ed è come una lampada, che illumina i passi di coloro che camminano... verso una terra dove tutti, finalmente, ci riconosceremo fratelli.E sarà questa la Tua terra, Signore. Amen (Renato Zilio).