Strada


Strada Anche quest’anno ho letto con emozione questo stupendo racconto del Vangelo di Luca (24, 13-35, Emmaus): una pagina scritta con la penna di un grande narratore e il cuore di un discepolo appassionato. Certo, i protagonisti sono Gesù e i due discepoli, ma il testo in modo evidente fa emergere una caratteristica che attraversa tutto il racconto, dalla prima riga all’ultima: tutto succede “nel viaggio”, “mentre erano in cammino”, “lungo il viaggio”, “lungo la via”. La strada è l’altra protagonista di questa pagina evangelica. Tutto succede mentre si è sulla strada, in cammino. La strada La strada nella mia vita occupa un posto molto importante. Mi piace camminare già fin di buon mattino quando lascio casa mia e vado alla sede della comunità: due chilometri che danno un po’ di ossigeno e mi rimettono in moto l’organismo tra sole, aria, pioggia... e gente. Il sorriso, il saluto, i volti, le parole, i racconti... ecco ciò che vivo nella strada. Ecco perché mi piace sentirmi “appiedato” quando posso permettermelo e non sono costretto, per impegni fuori città, a salire sul treno o farmi scarrozzare sull’auto. Ma questo amore per la strada ha alcune parentele spirituali che riconducono alle sorgenti bibliche della mia fede. Quante strade nella Bibbia Leggendo e rileggendo la Bibbia, il Primo e il Secondo Testamento, è tutto un camminare, un fare strada, un andare, un ripartire... Dalla partenza di Abramo (Genesi 12) al cammino di Israele verso la terra, dal viaggio doloroso verso l’esilio al rientro in Palestina, la strada è compagna della storia di Israele. I profeti amano uscire e fanno della strada il luogo principale dei loro incontri e della loro predicazione. Gesù, come il suo maestro Giovanni il Battezzatore, fece della strada il luogo dell’incontro, dell’amore che aiuta i più deboli, dell’insegnamento, del dialogo. E pensiamo all’apostolo Paolo: un instancabile “agente di viaggio del regno di Dio”. Ma la strada è talmente esperienza centrale nel movimento originario di Gesù che i discepoli del nazareno vengono chiamati “seguaci della via” (Atti 9,2; 19,9 e 23; 24,14 ecc.). Seguire Gesù è una via, non una dottrina. Anzi Gesù stesso è “la via” (Giovanni 14,6) che conduce al Padre. La strada luogo di conversione Ma la strada, esperienza e metafora dell’incontro, dell’esposizione e dell’immersione diretta nella realtà, è anche l’immagine di questa necessità di non fermarci al già acquisito, di non tuffarci nelle nostre cose, di non fasciarci di sicurezze o di certezze come per difenderci dai problemi del mondo. La strada, con tutto ciò che essa comporta nella realtà e nella metafora, è il luogo in cui Dio ci raggiunge con segni, voci, presenze che ci invitano a conversione. Nella mia vita è proprio successo così. La strada, cioè il cammino quotidiano dentro i fatti e in compagnia delle persone, con le gioie, le tensioni, le incomprensioni, le sofferenze e i panorami molteplici dell’esistenza, da molti anni mi sta cambiando la vita. Se la polvere della strada, con i suoi intoppi e le sue incertezze, con le sue fermate e le sue “persone ferite”, non ci tocca, noi rischiamo di “farci la nostra vita”, di ritagliarci i nostri spazi, ma perdiamo la sintonia con la realtà della carovana umana, specialmente con i passeggeri delle ultime carrozze. Un viaggio tra i “buoni, belle e sani” è la maniera più sicura per naufragare nella noia, per seppellirci nel narcisismo, per non capire nulla della storia. La strada è il luogo in cui, come Gesù, possiamo incontrare le “cattive compagnie” che ancora sanno gridare, sognare, esprimere il desiderio di un mondo altro, resistere, piangere ed abbracciare. Penso con un certo dolore a quello che sta avvenendo nelle “parti alte” della chiesa cattolica... Questa chiesa dei NO, questa chiesa del “bussate e vi sarà chiuso” non rischia, disertando la strada, di diventare una chiesa dei presunti buoni, belli, sani, santi? Penso invece con grande gratitudine a Dio a quella parte della chiesa che accetta i rischi, le incertezze, gli incidenti, gli errori, le fragilità, le gioie e i sogni che nascono nella carovana dei viandanti e non ha la pretesa di dirigere il cammino, ma vuole vivere la compagnia e seminare lungo il percorso le parole e i segni dell’evangelo. Quello che si riceve Noi cristiani qualche volta abbiamo la “sindrome del donatore” se non quella, ancora peggiore, dei salvatori. Invece se si entra nella vita con l’atteggiamento semplice del viandante, ci accorgiamo che nella strada riceviamo tanti doni, tanti messaggi, tante prospettive. Riceviamo molto di più di quanto diamo ad altri. Spesso nei gruppi, negli incontri, nelle migliaia di lettere in cui cerco umilmente di fare compagnia a uomini e donne in ricerca, nei dialoghi con fratelli e sorelle, raccolgo la gratitudine sincera di tanti cuori. Eppure non mi stanco di dire a me stesso e alle persone che incontro, quanto la loro voce, le loro esperienze, le loro preghiere, la loro sofferenza e le loro gioie mi arricchiscono e mi aiutano a vivere e a crescere nella fede. La strada delle donne e degli uomini comuni, cioè l’esistenza quotidiana, mi ha dato cuore e occhi nuovi per leggere la vita e la Bibbia e mi ha fatto i più bei regali... Come per i discepoli di Emmaus, il cuore si può accendere mentre si parla lungo il cammino. In molti panorami e in molte presenze della strada mi ha raggiunto davvero la parola di Gesù e mi ha riscaldato il cuore... Per questo chiedo spesso a Dio, nel rispetto sincero di ogni esperienza ecclesiale, di conservarmi la voglia di essere un uomo di strada, di guardare più fuori che dentro la “casa istituzione”. Quelli che nel giudizio comune sono i “perduti/e”, gli “irregolari”, gli “esclusi dai sacramenti”, i malconci, i peccatori, sono quelli che davvero mi danno stimoli a crescere come uomo, come prete, come cristiano. La loro compagnia mi scalda il cuore e mi parla di Dio più di tutte le biblioteche di questo mondo (Franco Barbero http://www.viottoli.it/domenica/commenti_02/2002/aprile/dom140402.html). Sulle strade del mondo Signore, da quando sono nato la mia vita è stata un viaggio. Un viaggio alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, alla ricerca di Te. Anche ora, Signore, sto viaggiando sulle strade del mondo: illumina il mio cammino, dirigi i miei passi, indicami il giusto sentiero così che possa sempre camminare e incontrare te in ogni luogo e in ogni persona. Fa' o Signore, che mai mi scoraggi di fronte alle tante difficoltà, che sappia camminare anche per impervi sentieri con audacia e non curante della fatica. A te mi affido, Signore: accompagnami e guidami. Amen