Natale: la storia del filo rosso



La storia del filo rosso.

 

In un piccolo villaggio vivevano solo persone molto povere. Avevano per vivere solo il necessario. Ognuno conosceva le gioie e le preoccupazioni dell’altro e tutti condividevano i pochi beni che si aveva.

Arrivò l’inverno e il più vecchio abitante del villaggio si lamentò per il freddo pungente e intenso. Tutti sapevano che quest’uomo, già da molto tempo, non possedeva una calda giacca da indossare. Ma nessuno era capace di procuragliene una o di lavorarne una a maglia, per il semplice motivo che a tutti mancava la materia prima. Una donna ebbe un’idea: ogni persona del villaggio avrebbe dovuto portarle un filo, così che lei potesse lavorare a maglia al vecchio uomo una calda giacca, una nella quale tutti gli abitanti del villaggio fossero inseriti. Per evitare di ricevere fili di diversi colori, ogni persona avrebbe dovuto mettere a bagno il proprio filo nel succo rosso di barbabietola, che era il cibo di sostentamento principale degli abitanti e poi portarlo alla donna che lo avrebbe lavorato unendolo insieme agli altri.

L’idea trovò consenso, tutti furono entusiasti e ciascuno portò un filo rosso. La donna però non prese i fili rossi semplicemente così come le venivano consegnati, ma le sembrò giusto unire anche insieme nel suo lavoro gli auguri che accompagnavano ogni filo rosso.

Così mentre lavorava silenziosa alla giacca, unendo un filo dietro l’altro, disse sottovoce a se stessa: “Le pene condivise si dimezzano, la gioia condivisa raddoppia! E siccome il messaggio del Natale non è legato a cose materiali, quest’anno si celebrerà nel nostro villaggio una festa speciale: la festa del calore della condivisione, vissuto attraverso l’intreccio dei fili rossi e dei messaggi di auguri, tenuti insieme nel lavoro della giacca fatta a mano. Una giacca dal calore vivente!”.

Arrivò la notte più santa. Nel piccolo villaggio ci si radunò insieme nel granaio. Grazie a Dio c’era abbastanza legna, così da poter cucinare un po’ di cibo e scaldare del tè e lo stare insieme divenne ancora più familiare e intimo.

Anche il vecchio uomo del villaggio si trovava nel granaio.

Un paio di bambini cantò i canti e recitò la storia di Natale.

Quella storia che da sempre, fino ad oggi, viene celebrata.

(Don Angelo Saporit)