Presenza delle MCLI in Belgio
LA PRESENZA DELLE MISSIONI CATTOLICHE ITALIANE IN BELGIO
... L’emigrazione di operai italiani in Belgio si è manifestata già all’inizio degli anni venti.
... La Chiesa, interessata a seguire e ad accompagnare questi operai, si è presto attivata per offrire loro anche un sostegno e un accompagnamento spirituale con sacerdoti della stessa lingua e cultura.
... I primi a dedicarsi agli italiani in Belgio sono stati i Padri Francescani, che avevano un convento in rue des Combles, a Montignies-sur-Sambre. Era il 1923 quando Padre Gustavo Contini e Padre Amedeo Dominici, che abitano nel convento locale dei Padri Francescani, hanno incominciato a offrire la loro cura spirituale ai circa 10.000 italiani di Charleroi. Sebbene in modo non ufficiale, è stata la prima Missione Cattolica Italiana sorta in Belgio.
... Anche Seraing conta la presenza di numerosi italiani, si stima altrettanti 10.000, e la Santa Sede ritiene opportuno inviare un sacerdote per accompagnare ufficialmente anche quegli italiani. E’ il 1 marzo 1928, quando arriva a Seraing don Guido Piumatti per dare inizio alla Missione Cattolica Italiana di Seraing. In quest'opera sarà coadiuvato, dal 1933, dalle suore dell'Istituto delle Suore Poverelle di Bergamo
... Anche un padre capuccino che studiava a Lovanio, Padre Ilarino da Milano, a tempo libero, si dedica agli italiani, specialmente a quelli istallati a Bruxelles, e si fissa a Lovanio, rue Bank. Nel 1930 si trasferisce a Bruxelles, nel convento dei confratelli, rue des Tanneurs 26. È questa la terza Missione fondata in Belgio nel ventennio tra le due guerre.
... Alla fine della guerra e con la firma del Protocollo del 23 giugno 1946, l’afflusso degli operai italiani aumenta notevolmente con il passare degli anni. Vengono in modo particolare per le miniere, lungo il cosiddetto solco del carbone (Liegi-Charleroi-La Louvière-Mons).
Nel 1947, gli italiani in Belgio sono già 84.134; saranno 200.086 nel 1961 , 176.252 al censimento del 1969.
... Le Missioni allora crescono come funghi. La chiesa, attraverso i missionari, cerca infatti di creare un ambiente favorevole alla conservazione e allo sviluppo della loro fede e della loro cultura , in sostanza del loro “patrimonio culturale e spirituale” di migranti.
... Eccole allora sorgere nel 1946 a Mons-Borinage, con P. Adolfo Centofante che si stabilisce a Cuesmes; nel maggio del 1947 a La Louvière, dove lo scalabriniano P. Gino Macchiavelli trova circa 2.000 italiani che diventeranno 10.000 nel 1948, sparsi su trenta comunie a Marchienne eu Pont con Padre Guglielmo Ferronato nel 1946.
Ben presto l’afflusso di altri italiani nella diocesi di Tournai, nel 1951, spinge ad aprire una sede a Maurage con Padre Giacomo Sartori e Padre Ottorino Andreatta, e nel 1959 a Pèronnes-lez-Binche con Padre Vittorio Michelato.
Nella diocesi di Tournai restano anche quelle fondate nel 1923 dai padri Francescani con Padre Pasolli e a Bruxelles, quella con i Padri cappuccini.
... E’ il 14 giugno 1948 quando il primo di missionario italiano si stabiliva a Namur, per mettersi a disposizione dei suoi connazionali. Il vescovo delle diocesi, Monsignor Andrè Marie e Charles, lo accoglieva con molta paternità e lo incoraggiava nel suo lavoro che si estendeva a tutta la zona della Basse Sambre per i lavori in miniera, alla zona di Andenne per quanti lavoravano nelle cave di pietra e nella zona di Arlon e Athus per la siderurgia.
... La zona di Liegi non è esente da questo sorgere delle missioni per gli italiani. Dal giornale “La Missione” (dicembre 1950) veniamo a sapere che già nel 1950 erano riconosciute 6 missioni:
1. missione cattolica italiana di Liegi, affidata ai frati minori francescani, comprende il territorio che va da Rocourt a Beyne-Heusay, Chenée, Sclessin Tilleur
2. missione italiana di Saint Nicolas, affidata don Bruno Zerbini, comprende Saint Nicolas, Montégnée, Grace Berleur, Ruy Sprimont e Pulseur
3. missione cattolica di Herstal affidata a don Giovanni Longo
4. missione italiana di Ougrée, affidata don Giorgio Perego, comprende Ougrée, Renorie, Jemeppe, Flemalle Grande, Flemalle Haute, Huy, Andenne
5. missione di Seraing affidata a don Guido Piumati
6. missione di Verviers affidata a padre Cipriano
... Ben presto l’afflusso di altri italiani nella zona di Tournai, nel 1951, spinge ad aprire una sede a Maurage con P. Giacomo Sartori e P. Ottorino Andreatta.
... La Costituzione Apostolica “Exul Familia”, emanata da Pio XII nel 1952, precisa alcuni principi basilari circa l’assistenza religiosa ai migranti: chiede l’erezione di parrocchie nazionali e di missioni con cura d’anime nonché l’assistenza religiosa affidata a sacerdoti della stessa lingua e cultura dei vari gruppi etnici.
La Chiesa belga accoglie l’invito della costituzione apostolica e, in breve emana i decreti di erezione delle Missioni Cattoliche Italiane.
... La prima a usufruirne in modo particolare è la Missione di Seraing, che, nel 1953 è eretta come “Parrocchia personale” per gli italiani di Seraing.
...
... La diocesi di Tournai, il 23 marzo 1953, erige cinque missioni con cura animarum:
1. Missione di Marchienne-au Pont, con Padre Guglielmo Feronato, scalabriniano, che si deve occupare degli italiani presenti a Beaumont, Fontaine-l’eveque, Gosselies, Jumet, Solze-sur-Sambre e Thuin; Mantignies-sur-sambre, con Padre Pasolli Martino per gli italiani di Charleroi, Chatelet e Fleurus;
2. La Louviere, con Padre Gino Macchiavelli, per la zona di La Louviere, Binche, Roeulx, Seneffe, Chapelle-lez- Herlaimont, Fontaine-l’Eveque, Havre-saint-Martin, Havre-ghislage;
3. Quaregnon , con Padre Adolfo Centofante per Beloeil, Boussu, Dour, Lens e Paturage
4. Enghien, con Padre Giorgio, per Enghien, Lessines, Soignies
... Nel 1954, nella zona di Quarignon, veniva aperta la succursale di Hensies che viene affidata al capuccino P. Leopodo Perotto.
... Nella zona di Charleroi vengono inoltre istituite due missioni: una in città con P. Attilio Cardella e l’altra a Jumet con Don Giovanni Tintinalia, sacerdote diocesano di origine italiana.
... La diocesi di Liegi, il 14 febbraio 1958, riconosce come cura animarum le missioni di:
1. Liegi, allora diretta da Paolino Cristofori e comprendente i territori di Liegi, Coint, Thier à Liege, Ans, Rocourt, Tilleur, Bressoux Grivegnée e Robermont
2. Seraing, allora diretta da Mario Ferrari, per il comprensorio di Seraing, Ougrée e Flemalle Haut
3. Ougrée, dove c’era Giorgio Perego, comprendente Ougrée, Sclessin, Boncelles, Plainevaux, Kinkempois, St Nicolas
4. Flemalle Haute, con direttore vacante, ma che si estendeva su Chokier, Flemalle Grande, Flemalle Haute, Trixes e Souxhon, Bierziet, St Georg, Chouthuin Hoiensis
5. St Nicolas, da cui don Bruno Zerbini, serviva St Nicolas, Glen, Grace Berleur, Lamay, Montegnée, Bierzet, Hollogne aux Pierre
6. Herstal, con Giovanni Longo, per Herstal, La Prealle, Pontisse, Vivegnis Vottem, Jupille, Visé
7. Beyne-Heusay, con direttore vacante, ma comprendente Chenée, Soumagne, Sprimont, Angleur, Bois de Breux, es Bruyeres
8. Verviers, affidata alla cura di P. Cipriano da Fanano, per la zona di Verviers, Dison, Eupen, Herve, Malmedy, Spa, Stavelot, Xendelesse
... A quel tempo il Limburgo faceva parte della diocesi di Liegi. Per quella zona il Vescovo ha riconosciuto le missioni di:
1. Heusden, allora diretta da P. Mario Balercia, che si estendeva a Beringen -Peer
2. Waterschei, affidata a don Luciano Burocco e don Fermo Rota, per Genk, Zonhoven
3. Eisden-Vucht, da dove don Luigi Dussin estendeva la sua cura pastorale a Maasmechelen
... Non va dimenticata la missione di Bruxelles, condotta da P. Barnaba da Piazzolo, che continua il suo servizio.
... In questo periodo va pure ricordata la presenza di gruppi di Religiose che affiancano i missionari, specialmente per quello che riguarda la stampa, l’attenzione alle famglie e alle donne. Ne troviamo a Francienne e a Falisolle (poi riunite in una comunità sola a Gilly), a Maurage, a Peronnes-lez-Binche, a La Louviere, Marchienne-au-Pont, Quaregnon.
... Nel 1969, con la nuova Costituzione Apostolica,“ Pastoralis migratorum cura”, Paolo VI ribadisce il compito della Chiesa d’origine del migrante ad accompagnarlo anche nel suo inserimento attraverso i modi previsti già nell’”Exul Familia”.
I due documenti affermano con forza che anche i migranti sono soggetti alla giurisdizione della Chiesa locale, come tutti gli abitanti della diocesi.
La prospettiva pastorale assume cosi più chiaramente una nuova dimensione e accompagnamento: aiutare gli emigranti a inserirsi piano piano nelle comunità locali. Invita a tener conto delle esigenze spirituali e della cultura dei migranti, “e ciò per tutto il tempo richiesto da vera necessità”.
Chi premeva per una integrazione repentina, perché ormai gli italiani (e gli altri emigranti di antica data) conoscono la lingua locale, sono frenati. Non si tratta solo di lingua, quanto piuttosto di linguaggio, di mentalità e di cultura.
... Così, nell’agosto 1974, anche la comunità del Limburgo è contenta di veder incrementata l’assistenza spirituale attraverso l’arrivo di tre suore dell’Istituto delle Orsoline di Somasca.
Nonostante questo nuovo ossigeno, l’apparato “missioni italiane” in quegli anni incomincia a scricchiolare: nella diocesi di Liegi, nella zona di Seraing, l’avvicendarsi troppo frequente dei missionari, spinge qualcuno a proporre di riunire tutti i missionari negli stabili della missione di Seraing e da lì assicurare il servizio alle varie missioni. Sì perché la missione di Ougrée è unita a Seraing, quella di Flemalle resta sprovvista del missionario, trasferitosi a Huy.
... E’ nel 1984/85 che diminuisce drasticamente la presenza dei missionari: l’Italia non ne manda, se non col contagocce; non riesce neppure a sostituire quelli che partono, o, ahimè, che muoiono. Così anche le Missioni diminuiscono in numero, e vengono incorporate a quelle più vicine.
::: Nel 1984 parte il missionario di Winterslag, nel Limburgo; l’anno successivo è la volta del missionario di Beringhen- Peer e nel 1987 di quello di Maasmechelen. Tutto il territorioè affidato ad un unico missionario, con abitazione aWaterschei.
... Liegi, da parte sua, nel 1985, vede allargare il suo territorio a Beyne-Heusay, mentre la missione di Seraing si va estendendo anche ai territori di Montegnée, Grace- Hollogne e Flemalle.
E’ una crisi di personale, di presenza di Missionari, pur non avendo mai invocato l’argomento della minore utilitàdel missionario ad animare le missioni. L’utilità del missionariodella stessa lingua è sempre di attualità anche senon ha la stessa estrema urgenza dell’inizio della migrazione.
... Un’ulteriore riduzione di missionari si è avuto alla fine degli anni ’90 e nell’inizio del 2000.
Alla missione di Liegi, che già da alcuni anni era rimasta affidata a un solo missionario, si è aggiunta Seraing che ha visto un unico missionario prendere il posto di due missionarie quattro suore.
La regione di Charleroi, ancora una volta, non ne resta esente: prima la missione di Gilly vede partire le sue suore,e poco dopo il missionario. Lo stesso capita al quartiere di Jumet. E’ la missione di Marchienne-au-Pont che deve prendersi in carica il servizio di tutta la regione.
Anche a La Louviere resta un solo missionario, che vede il suo territorio comprendere Peronlez-Binche e Maurage.
Quanto a Quaregnon, se il territorio e il numero dei migranti italiani resta pressoché invariato, ha assunto la zona di Hensies con la morte di P. Leopoldo Perotto, nel 1976. I missionari sono ridotti a due e anche le religiose sono ritornate in Italia.
... I vescovi belgi ultimamente hanno deciso un modo diverso di accoglienza degli eventuali nuovi missionari: anziché inserirli a tempo pieno nelle tradizionali missioni, si preferisce collocarli in una parrocchia, sia in aiuto alla chiesa locale che alla missione. E’ l’esperienza di Liegi, partita nel settembre 2005 e della diocesi di Hasselt nel 2006. Non si vuole demordere nel servizio ai connazionali perché se di fatto la prima generazione d’immigrati continua a cercare nella Missione la sua parrocchia “italiana”, la seconda generazione sempre più si adagia in un pericoloso qualunquismo spirituale, erroneamente chiamato dai locali “ integrazione”.
Nel periodo aureo dell’assistenza spirituale agli italiani del Belgio, potevamo contare fino a 40 missionari residenti in 34 missioni o centri, e più di una trentina di religiose per un totale di, più o meno, 300.000 connazionali, mentre attualmente restano in servizio soltanto 11 missionari e 5 suore.
... Ora le missioni devono confrontarsi con una forte perdita del senso della fede.
Occorre pertanto operare un passaggio da una Chiesa colonizzatrice nei confronti dei migranti, a motivo della sua predilezione per la monocultura religiosa, ad una Chiesa che si interroga sulla sua fedeltà alle note costitutive, come la cattolicità.
Tuttavia i segnali più recenti provenienti dalla Chiesa belga (come pure da altre Chiese europee) vanno in senso opposto, mentre risulta ancora difficile vedere lo spazio reale che possono giocare i migranti con la loro cultura di origine, con l’introduzione delle unità pastorali, pensate come metodo per superare la crisi che imperversa nelle Chiese europee.
Padre Abramo Seghetto